Prato (Lunedì, 30 Giugno 2025) — La Procura di Prato ha condotto una maxi perquisizione, scattata nella mattina di Sabato 28 Luglio, presso il reparto di Media e Alta Sicurezza del Carcere della Dogaia di Prato, a cui hanno preso parte 263 militari delle Forze dell’Ordine tra poliziotti, finanzieri, carabinieri e vari reparti della penitenziaria, oltre che 60 poliziotti in assetto antisommossa, per fronteggiare possibili reazioni.
di Melania Pulizzi
Le indagini iniziate un anno fa, nel Luglio 2024, hanno fatto emergere un’attività di corruzione all’interno del Carcere della Dogaia di Prato, dove si è scoperto che sono stati introdotti cellulari e droga, nonostante l’alta sicurezza dell’Istituto penitenziario che detiene anche criminali di tipo mafioso/camorristico, e che hanno assunto anche all’interno dell’edificio ruoli di capo.
La Procura di Prato, sapendo che questi capi godevano di privilegi, fra i quali la libertà di movimento nel reparto, ha capito che i telefonini, con intestatari fittizi, e la droga, potevano essere entrati attraverso i colloqui, in plichi destinati ai detenuti, per posta, tramite personale di servizio, tra cui gli stessi militari appartenenti alla polizia penitenziaria in favore di alcune migliaia di euro; ma non è tutto, in quanto soggetti provenienti da Napoli, hanno provveduto a lanciare palloni contenenti cellulari, oppure pacchetti tirati usando fionde per superare il muro di cinta del carcere, dove poi erano recuperati dai detenuti o dai lavoranti che godono di maggiore libertà di spostamento; il tutto poi veniva nascosto in doppifondi, o nelle pentole, o nei sanitari dei bagni, in buchi nei muri e così via.
Dei 111 detenuti all’interno del reparto suddetto, 14 sono stati indagati, tutti di origine italiana; perquisiti anche gli spazi comuni e altri 16 detenuti, ritenuti ristretti, di cui 13 indagati. Oltre a questi, si pensa che tutti i restanti detenuti che apparentemente sono risultati puliti, abbiano comunque beneficiato illegalmente dei telefoni e della droga. Oltre ai detenuti, 3 militari appartenenti alla polizia penitenziaria, tra i 29 e i 32 anni, sono indiziati del reato di corruzione.
Nel corso della perquisizione e ispezione svolta oggi, sono stati scoperti e sequestrati altri cinque telefonini illegalmente detenuti.
Grazie ad apparati elettronici e unità cinofile, la Polizia ha potuto sequestrare nel reparto di Alta Sicurezza, numerosi telefonini sia all’interno delle camere, sia in un televisore, più un router per collegarsi a internet dal box dove i detenuti sono autorizzati a effettuare telefonate; un altro telefono smartphone è stato lanciato dalla finestra dentro un calzino ed è atterrato in un’intercapedine; sono state, inoltre, individuate delle intercapedini nelle pareti di alcune celle, all’interno delle quali sono risultati visibili interventi effettuati con la calce per chiudere i relativi fori; mentre la droga è stata trovata e sequestrata all’interno di una cella e di un frigo, nella diretta disponibilità di più detenuti.
Queste le parole del Procuratore capo di Prato Luca Tescaroli: “La struttura carceraria pratese è caratterizzata, per un verso, da un apparente massiccio tasso di illegalità e dalla estrema difficoltà di assicurare la sicurezza passiva dei detenuti e, per altro verso, da un’insufficienza di personale per quanto riguarda il ruolo degli ispettori e dei sovraintendenti (ruoli caratterizzati, rispettivamente, da una carenza di organico del 47% e del 56,52%), dalla estrema difficoltà di avere interlocutori in seno alla struttura stante l’assenza e il continuo ricambio delle figure direttive, da molteplici disagi e malattie mentali di vari detenuti, da plurimi suicidi (nel secondo semestre del 2024 se ne sono registrati due) e dalla scarsità delle possibilità di lavoro, dati che inibiscono la funzione di prevenzione speciale e la rieducazione della pena, e la dignità stessa dei detenuti”.
Fonte: https://www.tvprato.it
Tag: cronaca prato, notizie prato Last modified: Giugno 30, 2025