PRATO – (Martedì, 17 giugno 2025) — Un’imponente operazione della Guardia di Finanza ha portato agli arresti domiciliari un imprenditore e una commercialista accusati di aver orchestrato un sistema di frode fiscale su scala nazionale, basato sulla creazione di crediti d’imposta fittizi legati al bonus facciate. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Prato, ha permesso di ricostruire un meccanismo sofisticato di riciclaggio e truffa, che coinvolge anche prestanome e l’acquisto di beni di lusso. Sotto sequestro immobili, società e crediti per oltre 10 milioni di euro.
di Alessandra Tofani
Una frode fiscale da 11 milioni di euro basata sul bonus facciate ha portato all’arresto di due professionisti pratesi, un imprenditore e una commercialista, finiti ai domiciliari su ordine del gip di Prato. Le indagini, iniziate nel 2022 e coordinate dalla Procura della Repubblica, sono state condotte dalla Guardia di Finanza e hanno fatto emergere l’esistenza di un articolato sistema di truffa attivo a livello nazionale.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i soggetti coinvolti avrebbero attestato falsamente l’esecuzione di lavori edilizi mai realizzati, in tutto o in parte, generando così crediti d’imposta inesistenti, successivamente ceduti a terzi in buona fede o monetizzati con la complicità di intermediari professionali.
Il sistema risultava particolarmente sofisticato: in molti casi gli immobili utilizzati per generare i crediti risultavano intestati a persone ignare, mentre i proventi delle operazioni venivano riciclati attraverso complesse movimentazioni finanziarie, acquisti di beni di lusso, immobili e auto di alta gamma.
L’imprenditore arrestato, già noto alle autorità per reati tributari e fallimentari, è ritenuto l’ideatore del meccanismo fraudolento. La commercialista, operativa tra Prato e Pistoia, avrebbe avuto il ruolo chiave nella trasmissione all’Agenzia delle Entrate delle comunicazioni necessarie per attivare i falsi crediti. Un terzo soggetto, indagato ma non arrestato, avrebbe agito come prestanome, intestandosi formalmente le società usate per perpetrare la truffa.
I finanzieri hanno eseguito sequestri preventivi per un valore complessivo superiore a 10 milioni di euro: tra i beni bloccati figurano crediti fittizi per 8,5 milioni, una struttura alberghiera, un opificio industriale e una residenza privata per un valore stimato di circa 2 milioni. Sequestrate anche tre società di capitali, per un capitale sociale complessivo di 300.000 euro.
L’inchiesta prosegue, e potrebbe presto allargarsi ad altri soggetti e intermediari coinvolti nella catena della frode.
Last modified: Giugno 17, 2025