Prato (Domenica, 29 Giugno 2025) — La Provincia di Prato è rientrata nelle attività di indagine, seguita dalla Squadra Mobile di Udine, in merito al soggiorno illegale su tutto il territorio nazionale di decine di badanti georgiane. Ad aiutare le ricerche è stata una Società Cooperativa che eroga il servizio badanti con sede a Udine.
di Melania Pulizzi
Dopo un’analoga operazione eseguita lo scorso Gennaio, le Forze dell’Ordine avevano continuato la loro investigazione e, proprio in questi giorni, la Polizia di Stato ha arrestato 7 badanti, mentre altre 22 sono state denunciate in stato di libertà, sempre nell’ambito di un’indagine partita dalla Squadra Mobile della Questura di Udine che anche questa seconda volta ha potuto presentare in Questura una lista di nominativi di donne, fornita ai militari dal responsabile di una Società Cooperativa di badanti con sede a Udine, che, appresi i risultati della precedente attività, si era insospettito sulla nazione di provenienza delle stesse.
L’indagine riguarda in effetti cittadine georgiane, di età compresa tra i 24 e i 66 anni, che hanno fatto richiesta di lavoro come badanti in Provincia di Udine, ma dichiarandosi comunitarie, esibendo documenti d’identità, validi per l’espatrio, di Paesi quali Slovacchia, Polonia e Bulgaria. La presentazione di tali documenti identificativi ai fini del rilascio del relativo codice fiscale comunitario consentiva loro, nell’immediato, di poter accedere al mondo del lavoro nel circuito delle agenzie delle badanti e godere di benefici giuridici, fiscali e sanitari, aggirando le norme che regolano l’ingresso e la permanenza nel territorio nazionale dei cittadini extracomunitari, in virtù di un vero e proprio “lasciapassare”. Le straniere si erano successivamente spostate in diverse Provincie d’Italia, tra cui Padova, Treviso, Trento, Bolzano, Milano, Aosta, Firenze, Macerata, Roma e Napoli.
Al termine delle operazioni sono stati sequestrati 21 documenti comunitari falsi, nonchè codici fiscali o attestazioni di rilascio degli stessi e copie di contratti di lavoro sottoscritti, con quei falsi documenti, dalle indagate. In particolare, 7 donne (3 a Bolzano, 1 a Udine, 1 a Milano, 1 a Treviso ed 1 a Macerata) sono state arrestate in flagranza del reato di cui all’art. 497-bis C.P. per “Possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi”, mentre altre 21 sono state deferite in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per lo stesso reato. All’esito degli accertamenti degli Uffici Immigrazione, ove permanesse l’insussistenza dei requisiti per il regolare soggiorno sul territorio nazionale, tutte le straniere denunciate saranno espulse.
Al momento sono in corso ulteriori attività volte ad individuare i soggetti che hanno procurato alle donne i documenti falsi, dietro il corrispettivo di una somma di denaro che va dai 300 ai 600 euro, grazie ai quali le stesse, ottenuto il codice fiscale italiano, hanno aggirato le norme sui flussi migratori e quelle che regolano il mercato del lavoro e l’accesso alle prestazioni del Servizio Sanitario Nazionale.
Inoltre, la Polizia di Stato di Udine prosegue anche le attività di indagine al fine di verificare che lo stesso modus operandi non venga anche utilizzato da gruppi criminali di altri paesi extracomunitari al fine assicurarsi la presenza legittima sul territorio nazionale per commettere altri reati.
Fonte: https://www.tvprato.it
Tag: attualità italia, notizie prato Last modified: Giugno 29, 2025