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Fondazione in memoria di Zini, il Pd toscano rilancia: “Un messaggio sbagliato per i giovani”

Prato (Martedì, 13 maggio 2025) — Dopo il via libera del Tar alla fondazione intitolata a Federico Zini, autore del femminicidio di Elisa Amato, i consiglieri regionali del Pd Enrico Sostegni e Marco Martini chiedono che il Consiglio regionale torni a esprimersi.
Preoccupazione per il messaggio che potrebbe arrivare all’opinione pubblica e solidarietà alla famiglia della vittima. “Rispettiamo il dolore di tutti, ma questa scelta rischia di confondere e ferire ancora”. Il caso riapre il dibattito sul ruolo della memoria nei casi di violenza.

di Alessandra Tofani

A pochi giorni dalla sentenza del Tar che ha dato il via libera alla fondazione in memoria di Federico Zini – l’uomo che nel 2018 uccise a Prato l’ex fidanzata Elisa Amato – si accende di nuovo la polemica.

I consiglieri regionali Enrico Sostegni e Marco Martini (Pd) lanciano un appello affinché il Consiglio regionale torni a discutere la questione. “Rispettiamo la sofferenza della famiglia Zini, ma questa decisione riapre una ferita e rischia di mandare un messaggio profondamente ambiguo, soprattutto ai più giovani”, affermano.

Martini, eletto proprio a Prato, ricorda che fu una mozione del Pd a impedire l’iscrizione della fondazione al registro del Terzo Settore, mossa poi ribaltata dal pronunciamento del tribunale amministrativo. Ora, però, il Pd valuta un nuovo atto per bloccare l’iniziativa.

“Non vogliamo entrare nel merito della sentenza – chiariscono – ma non possiamo ignorare l’impatto simbolico di una fondazione intitolata a chi ha commesso un femminicidio. È un segnale confuso che può disorientare l’opinione pubblica e, soprattutto, infliggere ulteriore dolore alla famiglia di Elisa”.

La vicenda riporta al centro il dibattito su come si costruisce la memoria pubblica e su quali valori trasmettere alle nuove generazioni in un tempo in cui la lotta alla violenza di genere è più urgente che mai.

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Last modified: Maggio 13, 2025
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