PRATO – (Lunedì, 9 giugno 2025) — Un’inchiesta della Guardia di Finanza e della Procura di Prato fa luce su un sofisticato sistema di frode fiscale nel cuore del distretto tessile. Tredici le persone indagate: al centro dell’indagine sette italiani titolari di società “cartiere” e sei imprenditori – italiani e cinesi – operativi nel manifatturiero. L’inchiesta, nata dal protocollo firmato a fine 2024, ha già permesso al Fisco di recuperare oltre 533.000 euro. Contestati numerosi reati: dalle fatture false al riciclaggio.
di Alessandra Tofani
Un sistema collaudato per evadere le tasse nel cuore del tessile
La procura di Prato ha chiuso le indagini su un vasto schema di evasione fiscale che coinvolge tredici persone e ruota attorno a un collaudato sistema di emissione di fatture false. Sette italiani, ritenuti gli ideatori della frode, avrebbero gestito società cartiere – create ad hoc per produrre documentazione fittizia – a vantaggio di sei imprenditori (quattro cinesi e due italiani) alla guida di aziende realmente operative nel distretto tessile.
Più di mezzo milione già recuperato dal Fisco
L’indagine, nata nell’ambito del protocollo d’intesa siglato nel 2024 tra la Procura, la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle Entrate, ha già portato a un risultato concreto: l’Erario ha recuperato 533.000 euro grazie alle prime adesioni ai verbali di contestazione. Gli accertamenti fiscali hanno svelato un meccanismo complesso di evasione su imposte dirette e IVA, che include anche l’utilizzo di una società “esterovestita” formalmente bulgara, ma attiva in Italia.
Fatture fittizie, riciclaggio e società estere: le accuse
Ai tredici indagati vengono contestati reati che spaziano dall’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti all’infedele dichiarazione, fino al riciclaggio e autoriciclaggio dei proventi illeciti. Parte del denaro sottratto al Fisco sarebbe stato reimmesso nel circuito economico tramite operazioni opache gestite direttamente dagli indagati o da soggetti terzi. Un’indagine che punta a colpire non solo l’evasione, ma anche i canali attraverso cui il denaro illecito viene ripulito e reinvestito.